Storia di un cardinale… seconda parte…

molto… molto speciale…
Continua… seconda Parte…
Il giovane assistente del cardinale e suo futuro successore Giuseppe Siri, incaricato di mantenere i contatti con l’Alto Comando tedesco, informa Boetto dell’intenzione da parte dei tedeschi, di minare il porto e di cannoneggiare da monte Moro la città, se non vengono concessi loro quattro giorni per la ritirata armata.
Il futuro Magnifico Rettore dell’Università di Genova, Carmine Romanzi, nome di battaglia Stefano, viene incaricato dal CLN e dal cardinale di consegnare a Savignone, sede del Comando teutonico, due lettere in cui il primo chiede la resa immediata e incondizionata, il secondo, di farsi intermediario della complicata trattativa.
“Il Generale Gunther Meinhold sfila alla testa dei suoi uomini in Via XX Settembre, scortato da due ali di Partigiani”.
“Il tavola della sala di Villa Migone su cui è stato firmato l’atto di resa”. Foto di Leti Gagge.
“Il Generale Meinhold comandante della Piazza di Genova”.
“Un’altra preziosa immagine di quella storica mattinata del 28 aprile”.

A bordo di un’ambulanza della Croce Rossa, nel pomeriggio del 25 aprile, Romanzi preleva, scortato dai partigiani, il Generale Gunther Meinhold, comandante della piazza di Genova.
Questi, venuto a conoscenza che la Pinan Cichero, controllando la viabilità, gli impedisce il ricongiungimento con il Gen. Kesselring lungo la linea Gotica, accetta di seguirlo, in compagnia del colonnello Pohl, a Villa Migone sede dell’incontro e residenza privata del cardinale.
A garanzia, fatto inaudito, consegna, durante il viaggio, la sua pistola a Romanzi.
Giunto nel primo pomeriggio, ad attenderlo nel quartiere di San Fruttuoso per conto della rappresentanza tedesca ci sono:
Il Console Von Hertzdorf.
Il Capitano Asmus, capo di Stato Maggiore.
Per quella italiana:
Remo Scappini Presidente CLN Liguria.
L’Avvocato Errico Martino e il Dottor Giuseppe Savoretti, membri del direttivo del CLN ligure.
Il Maggiore Mauro Aloni Comandante dell’esercito di liberazione della piazza di Genova.
La discussione si protrae per quasi tre ore… gli italiani pretendono la ritirata immediata, i tedeschi rifiutano e rinnovano la minaccia di far saltare il porto e di bombardare la città con l’artiglieria pesante di stanza a monte Moro.
La trattativa si fa tesa; il generale
interrompe la discussione alzandosi bruscamente dal tavolo quando, il Cardinal Boetto, fino a quel momento rimasto in religioso silenzio e quasi in disparte, lo afferra con fermezza per un braccio e proclama:” Eccellenza, Genova è, di fatto, già libera….. forse non vi è chiaro che, se voi farete quello che avete minacciato, sarà un bagno di sangue, ma una cosa è certa… da questa città non uscirà un solo tedesco vivo”.
Non ci fu bisogno di traduzione… alle 19:30 il generale Meinhold siglava il documento della resa.
Alle 4:30 del mattino successivo il generale annunciava via radio a tutte le forze poste sotto il suo comando la resa incondizionata e di consegnare se stesse e le armi ai partigiani.
Il colonnello Pohl non regge l’umiliazione e, nella notte stessa, si suicida.
Il capitano di vascello Max Berninghaus, comandante delle truppe di stanza nel porto e sul monte Moro dichiara, nel nome del Führer, la condanna a morte di Meinhold, colpevole di alto tradimento, senza riuscire però a trovarlo.
Dopo due giorni di battaglia, il 27 aprile, anche il suo contingente sarà costretto alla resa.
La mattina del 28 aprile, 6000 tedeschi disarmati, sfileranno lungo Via XX settembre, scortati fra due ali di partigiani, fra il giubilo popolare, fuori dalla città.
Non era mai successo che un esercito ufficiale e ben armato si arrendesse a un Popolo… quello genovese!
Il 31 gennaio del 1946 il cardinal Boetto, in seguito ad una crisi cardiaca, muore.
Viene sepolto nella cattedrale di S.Lorenzo.
Gli succede quel giovane prelato che tanto si era prodigato per salvare il porto, Giuseppe Siri, per oltre 40 anni indiscusso monarca della chiesa genovese e non solo.
Intervistato qualche anno dopo il generale Meinhold, a cui va riconosciuto il buon senso di non aver sparso sangue inutile, attribuirà grande merito al valore dei partigiani genovesi e al ruolo del cardinale.
Genova verrà insignita il 1 agosto 1947 della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la guerra di Liberazione.

In Copertina: La lapide davanti alla villa che attesta gli eventi e il ruolo decisivo del Cardinal Boetto.

3 pensieri riguardo “Storia di un cardinale… seconda parte…”

  1. Conoscevo questo episodio ma non sapevo del ruolo così importante del Cardinale Boetto.E’ stata una grande vittoria per Genova.

  2. … lacrime agli occhi… non sapevo di essere nato sei giorni prima del conferimento della medaglia d’oro al valore militare per la nostra Genova! Grazie per il prezioso riassunto storico!

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