San Tommaso e Santa Limbania.

Nella parte bassa del quartiere di Oregina si trova, in via Almeria, la chiesa intitolata ai SS. Tommaso apostolo e Leone.

Il novecentesco edificio religioso riprende il titolo parrocchiale dell’antica chiesa intitolata all’apostolo Tommaso che sorgeva alla foce dell’omonimo rivo, dov’è ora piazza Principe, demolita nel 1885 a seguito dell’ampliamento del porto e l’aperturta delle nuove strade a mare.

All’interno sono conservate alcune opere d’arte provenienti dall’antica chiesa di S. Tommaso: una statua cinquecentesca di Santa Limbania, un gruppo marmoreo raffigurante Cristo e San Tommaso, di Guglielmo Della Porta (1515-1577) e un’urna cineraria di fattura romana.

“Prospetto principale della chiesa dei SS. Tommaso apostolo e Leone”. Foto dal web.

Le statue di Guglielmo, celebre scultore della schiatta dei Della Porta la cui maestria è testimoniata sia nella cattedrale di San Lorenzo che a Palazzo del Principe, offrono spunto per narrare la storia di Santa Limbania una giovinetta nata nel 1188, o forse nel 1194, figlia di un mercante genovese a Cipro.

A 12 anni la bella fanciulla venne promessa sposa dai genitori ad un giovane del luogo. Limbania non ne voleva sapere anzi, rivendicando a gran voce la propria aspirazione religiosa, manifestava la volontà di rinchiudersi in un monastero lontano dall’isola.

Così con la complicità della sua nutrice con la quale si era confidata e con l’aiuto del di lei marito organizzò la fuga.

“Cristo e San Tommaso”. Foto di Gabriele Gira.

Limbania si era infatti accordata per salire su una galea diretta a Genova. Il capitano della nave però non rispettò i patti e non si presentò nel luogo stabilito per l’imbarco.

Secondo la tradizione il vascello rimase quindi in balia delle onde finché il comandante spaventato non tornò indietro a prendere la fanciulla davanti al boschetto convenuto. Qui la trovò, fra la sorpresa generale, circondata da alcune bestie feroci miracolosamente ammansite.

Quando l’imbarcazione giunta finalmente a destinazione stava per attraccare al molo venne spinta da una forza misteriosa a occidente contro la scogliera sulla quale si stagliava proprio la chiesa di San Tommaso.

La santa, risvegliatasi dell’estasi, chiese ai marinai del terrorizzato equipaggio il nome del monastero e vi si fece accompagnare dichiarando di voler tracorrere il resto del tempo che le sarebbe stato concesso con le monache di quel convento.

E così fu, forse per adempiere ad un voto fatto durante la tempesta, di salvare la nave che stava sfracellandosi contro la scogliera, Limbania dimorò in rigorosa penitenza e clausura nella cripta della chiesa di San Tommaso fino alla fine dei suoi giorni, pare, dopo la metà del XIII sec.

Trascorso qualche anno dalla sua morte le consorelle del convento decisero di staccare la testa dal corpo di Limbania per poterla esporre in particolari occasioni come reliquia di culto.

“Loggiato a mare di Palazzo del Principe con sullo sfondo il monastero di San Tommaso”. Acquerello ottocentesco di Pasquale Domenico Cambiaso.

Nel giorno della Pentecoste del 1294 avvenne, secondo la tradizione, il miracolo più celebre: durante la funzione un esitante e perplesso sacerdote prese la testa fra le mani per esporla al rituale bacio dei fedeli. 

Il religioso, poiché la chiesa in merito alla presunta santità della suora non si era ancora pronunciata, non aveva poi tutti i torti ad essere scettico.

A quel punto, a fugare ogni dubbio, la testa di Limbania si staccò dalle mani del prete e volò, fra l’incredulità dei presenti sino all’altare.

Si tramanda inoltre un altro prodigio secondo il quale una donna era andata pregare la santa implorandola di salvare il figlio gravemente malato. Limbania apparve in sogno alla povera madre dicendo che il giovane avrebbe dovuto bere il vino in cui era stata lavata la sua testa. Così venne eseguito e guarigione fu. Era il 16 giugno, e da allora in quel giorno, per secoli, venne distribuito “il vino di S. Limbania”.

Le sue reliquie oggi, dopo la demolizione del monastero di San Tommaso, riposano in una chiesetta  a lei dedicata a Voltri.

“Chiesa di San Tommaso di Voltri”. Foto dal web.

Santa Limbania è la protettrice degli emigranti, dei facchini, dei mulattieri e più vin generale dei marinai del porto di Genova.

A lei, oltre alla chiesa sopra citata, è dedicato un molo e il percorso che da Voltri saliva verso le alture e gli appennini verso il Piemonte utilizzato nel Medioevo per transitare le merci nella grande pianura.

In copertina: Statua di Santa Limbania. Foto di Gabriele Gira.

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