“L’Isola che non c’è… più”

Camogli è uno dei borghi più suggestivi e affascinanti della Liguria, un luogo magico e ricco di storia, dove realtà e leggenda si fondono mirabilmente in un contesto inimitabile. Oltre ai racconti che ruotano intorno all’origine del suo etimo mi ha sempre incuriosito, ad esempio, la vicenda legata all’isola che c’era e che ora non c’è più, facendo riaffiorare alla mia mente i versi di una  celebre canzone, “L’Isola che non c’è”, di E. Bennato.

“Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
non ti puoi sbagliare perché,
quella è l’isola che non c’è”…

“La targa della via che ricorda l’antico toponimo”.

Osservando la piazzetta antistante la chiesa di Santa Maria Assunta che precede la salita al castello si può intuire quanto descritto dalla maiolica, posta sul sagrato della basilica, che raffigura Camogli nel 1518 proprio come se fosse un’isola!

“Arrampicato sullo scoglio il Castello della Dragonara”.
“La spiaggia principale di Camogli con sullo sfondo la basilica di S. Maria Assunta”.

Tra il percorso del lungomare ed il porto è stato eretto un alto palazzo che, imitando l’architettura veneziana, non ha fondamenta ed è stato costruito su un lembo di mare. Un’imponente edificio che funge quasi da scenografica quinta teatrale per confondere il distratto osservatore. Effettivamente questa struttura sembra dilatare il continente quando in realtà il castello, la chiesa e le abitazioni che ne fanno da cornice, formavano una vera e propria isola, collegata alla terraferma con una stretta passerella di legno.

Nella sua opera “Descriptio orae ligusticae” lo storico ed umanista Jacopo Bracelli, descrive così Camogli nel 1448:
“Camuglio è un borgo antico composto in prevalenza da pescatori e marinai ed è difeso da un castello. Vista dal mare Camuglio, la contrada tutta non solo quella che è presso il mare, ma quanto le sue valli e i suoi colli, è pieno di bellissime case e di altri vaghi e belli palazzi, tale che navigando questa costiera, pare che tutta la contrada sia una bella città.
Da Camuglio comincia un capo che è dedicato a San Fruttuoso. Nelle sue acque c’è tanta pescosità di pesce ed inoltre dai monti che sono alle sue spalle se ne ricava legname che serve per costruire alberi e fasciame per le navi della Repubblica, al cui prestigio marinaro uomini di Camogli vi sono imbarcati ed abili costruttori lavorano per le flotte genovesi e della Toscana.”

“Il Castello della Dragonara”.
“La Croce di San Giorgio sventola orgogliosa sul torrione del castello”.

Era costituita da un sistema difensivo di fortificazioni di cui il principale componente era il Castel Dragone o della Dragonara di cui si hanno notizie fin dal 1130. Sull’isola si trovano anche un altro piccolo baluardo, il Rivellino e la chiesa di Santa Maria Assunta, sorta per assistere religiosamente i militari di stanza al castello e la popolazione che si rifugiava entro le mura dell’isola per difendersi dalle razzie dei corsari o dagli attacchi delle fazioni nemiche del governo genovese da cui dipendeva Camogli.

“La scogliera su cui si staglia il castello”.

Il paese faceva parte del territorio della Repubblica di Genova che nei secoli XIV e XV  patì un periodo di tribolate vicissitudini governative a causa del bellicoso alternarsi al potere delle famiglie nemiche.

Per questo motivo il Castel Dragone fu oggetto di numerosi attacchi e subì in svariate occasioni gravi danni, a tal punto da essere a più riprese, parzialmente distrutto e ricostruito.

La scomparsa, o meglio la trasformazione dell’isola, avvenne dopo la prima metà del XV secolo quando si decise di unirla alla terraferma.

“La competizione tra il mare e il tempo trova a Camogli il suo naturale palcoscenico”.

Venne così a formarsi una piccola spiaggia di 50 metri di lunghezza e di 30 metri di larghezza sulla quale durante l’inverno le imbarcazioni camogliesi utilizzate nella pesca e nei commerci venivano tirate a secco e messe al sicuro.

“Vista dall’alto si può facilmente immaginare la morfologia dell’isola”.

Con un piccolo sforzo d’immaginazione vi troverete aggrappati ad uno scoglio accarezzato dal mare nella Camogli del ‘500 e, come d’incanto, l’isola che non c’è si materializzerà davanti ai vostri occhi e sotto i vostri piedi.

“Forse questo ti sembrerà strano
ma la ragione
ti ha un po’ preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un’isola che non c’e.

se continui a cercarla
ma non darti per vinto perchè chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse ancora più pazzo di te!”.

In Copertina: la maiolica posta sul sagrato della Basilica di Santa Maria dell’Assunta di Camogli.

2 pensieri riguardo ““L’Isola che non c’è… più””

  1. Molto suggestivo! Non avevo mai sentito parlare dell’isola che non c’è anche se Camogli è sempre nei miei sogni. Dalle tue storie imparo sempre qualcosa.

    1. Ho abitato nel rione dell’Isola, l’appartamento si affacciava sul porto, uno spettacolo.

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