Le due Scurreria…

Recita una lapide affissa all’angolo fra Scurreria e Campetto:

“Io, Iacobvs Imperialis Vincentii F. / Pvblico Privatoq. Comodo ac Vrbis Decori / Prospiciens Qvam Plvrimis Domibvs Coemptis, / et Dirvtis. Viam Hanc, Cvi Ab Avctoris / Familia Nomen Inditvm, Aere Svo / Faciendam Ornandam Sternendamq. / Cvravit. An. Sal. MDXIIIC.”

“Lo stemma araldico degli Imperiale”.
“Edicola della Madonna Immacolata di Campetto”. Foto di Leti Gagge.

La via venne aperta nel XVI sec. per volontà di Gio. Giacomo Imperiale per dare un accesso più consono al suo sontuoso palazzo di Campetto. La zona infatti anticamente nota con il nome di contrada scutaria perché sede delle officine degli scudai, era un dedalo intricato di stretti caruggi. In un secondo momento nel quartiere si aggiunsero anche le botteghe dei “Toscani”, come erano comunemente indicati i setaioli. L’inizio della via, dove oggi si trova la farmacia del Duomo, costituiva infatti la piazzetta dei Toscani. Durante alcuni lavori di ripristino della sede stradale avvenuti nel 1843 vennero rinvenute in questo tratto di strada tombe, urne cinerarie in terracotta di epoca preromana e monete romane. La famiglia Imperiale, molto ricca ed influente anche in oriente, possedeva, come testimoniato dalle iscrizioni sparse qua e la, quasi tutti i palazzi della strada.

All’angolo con Campetto s’incontra un’immagine della Madonna dell’Immacolata Concezione del XVII sec., una delle edicole più note e meglio conservate del centro storico: la Vergine è rappresentata in posa estatica fra ondulati drappeggi  con trionfo di angeli in cornice. Sul cartilio alla base il celebre  motto: “Imperet et Impetret”.

“Il fregio risorgimentale”.

Sopra la vetrina di un negozio di abbigliamento si scorge un fregio marmoreo fra due cornucopie che rappresenta l’allegoria dell’Italia che porta il tricolore con l’epigrafe “Italia Libera Lo Vuole e Lo Sarà”. Il rilievo con relativo motto ispirato dalle crociate (Deus Vult…) venne posto nel 1847 come auspicio divino del Risorgimento per l’unità d’Italia.

Al civ. n. 1 Madonna col Bambino del sec. XVII, un medaglione in marmo con Maria che regge il bambino in piedi mentre benedice.

“Gli affreschi sbiaditi di palazzo Gio. Giacomo Imperiale”.

Ai civici. n. 2 e n. 5 sui portale  del XVI sec. con stipiti in bugnato con timpano curvo e spezzato, lo stemma della famiglia Imperiale. Al civ. n. 3 si notano, ai piani alti, i resti di sfarzosi affreschi che abbellivano la facciata con motivi architettonici.

“La Madonna della Misericordia del Ponsonelli”.

Proseguendo, al civ. n. 6, la Madonna della Misericordia, un altro medaglione in marmo bianco che ritrae i personaggi in bassorilievo. La scultura del XVIII sec. è attribuita all’artista genovese Giacomo Antonio Ponsonelli.

All’angolo del palazzo ecco la Farmacia del Duomo, locale aperto nel 1849 e in precedenza ritrovo dei giacobini genovesi che tramavano l’insurrezione popolare. All’interno gli arredi, il vasellame, le decorazioni e i pavimenti sono quelli originali. Del primo novecento sono invece i soffitti lignei.

“Via di Scurreria la Vecchia”.

La Via di Scurreria originaria, per distinguerla dalla nuova, voluta dagli Imperiale, assunse così il titolo di “la Vecchia”. Qui aveva sede la bottega del doge popolare Paolo da Novi la cui attività era di tingere le stoffe. Eletto doge nel 1507 a furor di popolo dopo la cacciata dei Fieschi e dei francesi quando questi ripresero il potere venne imprigionato nella torre Grimaldina e, dopo sommario processo, pubblicamente decapitato il 10 aprile 1507, davanti a palazzo Ducale. I tintori Toscani, per omaggiare degnamente la processione del Corpus Domini, usavano ricoprire il selciato del caruggio con stoffe di velluto e arazzi finemente ricamati. Curiosa la conformazione del civ. n. 5 un susseguirsi confuso e sovrapposto di stili ed interventi nei secoli: il portale in marmo venato presenta un falso timpano a volute, il mascherone centrale con due listarelle di marmo vuote. Sul fronte del palazzo sono murate due colonne in pietra con capitelli marmorei, una finestra bifora con archi tondi, alcuni poggioli in ferro battuto ed i resti di un arco in conci bicromi, ora tamponato. Murata è anche la loggia al civ. n. 1 all’angolo con Vico Indoratori.

 

“L’edicola vuota, di fronte al civ. n. 5, addossata al muraglione dei canonici di S. Lorenzo”.

Di fronte al civ. n. 5 un’edicola vuota di Madonna col Bambino che conteneva un dipinto su tavola del XVII sec., oggi scomparso.

Svanito però non è il suo fascino medievale; Scurreria, per mantenerlo, s’è fatta in due.

 

3 pensieri riguardo “Le due Scurreria…”

  1. Anche questo è un bellissimo racconto di una o due strade di Genova. Grazie leggo sempre con piacere i tuoi racconti.

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