La mia S. Maria di Castello

Se mi dovessero mettere davanti all’ingiusta – e per me dolorosa -scelta di individuare solo ed una sola chiesa da mostrare ad un ipotetico visitatore non avrei dubbi e senza esitazione alcuna proporrei Santa Maria di Castello.

Nessuna chiesa genovese infatti può vantare, cattedrale di San Lorenzo a parte, un patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale di tale importanza e prestigio. Cito in ordine sparso: antichi reliquiari, raffinati codici miniati, storici paramenti liturgici, il Cristo Moro, il portale maggiore del Riccomanni, la tomba di Jacopo da Varagine, il mausoleo di Demetrio Canevari di Tommaso Orsolino, la lastra tombale dei Grimaldi Oliva, innumerevoli annunciazioni fra le quali quella celeberrima di Giusto da Ravensburg, la pala di Ognissanti di Ludovico Brea, il trittico del Mazone, l’Immacolata di Anton Maria Maragliano, l’altare di Anton Domenico Parodi, le Sure del Corano incise in una piastrella sulla volta, quadri – qua e là – del Boccaccino, Pier Francesco Sacchi, Aurelio Lomi, Luciano Borzone, Bernardo Castello, Andrea Ansaldo, G. Battista Paggi, Andrea Semino, Giovanni Battista Carlone, Domenico Piola, Gregorio de Ferrari, il Grechetto, sculture di Pasquale Navone, Taddeo Carlone, Giovanni Gagini, tre chiostri, il giardino, il museo, le bandiere turche di Lepanto e mi scuso per tutto ciò che ho dimenticato o tralasciato.

Tutte queste meraviglie racchiuse in un prezioso scrigno di ineguagliabile bellezza.

Consiglio a tutti di investire una mattinata accompagnati dagli appassionati e competenti volontari che la tengono in vita, alla scoperta, in una dimensione senza tempo, degli splendori della ex cattedrale.

La Grande Bellezza…

Foto di Stefano Eloggi.

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