La Congiura dei Fieschi… prima parte…

Correva l’anno 1547 e da tempo ormai Andrea Doria aveva legato le sorti di Genova alle fortune spagnole, scatenando il malcontento sia dei francesi (che lo consideravano un traditore) che dello Stato Pontificio (alleato dei transalpini). In città infatti la fazione della nobiltà nuova, volta ad una politica più mercantile e vicina alla Francia, rimproverava a quella vecchia, filo spagnola capitanata dai Doria, l’immobilismo finanziario.

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“Andrea Doria ritratto di Sebastiano del Piombo, presso il Palazzo del Principe”.

Iniziò così a formarsi, promossa dai nobili come i Fieschi, messi in secondo piano dallo strapotere dei Doria, una corrente di pensiero che avrebbe voluto sovvertire l’ordine costituito.

A queste ragioni di carattere politico generale secondo alcuni si aggiunsero motivazioni personali quali l’odio maturato da Gianluigi Fieschi nei confronti dei Doria rei, a suo dire, di essere venuti meno ai patti contratti con il padre Sinibaldo e di essersi arricchiti alle sue spalle. Per altri invece il vero movente sarebbe stato di natura amorosa scatenato da una presunta tresca tra la moglie di Gianluigi, Eleonora Cybo e Giannettino Doria.

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“Alessandro Farnese, Papa con il nome di Paolo III, padre di Pierluigi. Ritratto di Tiziano”..

Fu così che il Conte di Lavagna, ottenuta l’approvazione francese, chiese l’appoggio anche del Duca di Piacenza Pierluigi Farnese figlio di papa Paolo III.

Il Pontefice combattuto fra le richieste dell’erede e i rapporti amichevoli di vecchia data con l’ammiraglio preferì invece mantenere una posizione neutrale limitandosi a fornire, per non scontentarlo, quattro galee al Fieschi.

Il piano era quello di uccidere i Doria e di impossessarsi della città restituendole, a detta loro, la libertà. Fra i congiurati parteciparono i fratelli del Conte, Cornelio, Ottobono e Gerolamo, numerosi fuoriusciti, Tommaso Assereto, Raffaele Sacco (giureconsulto dei Conti di Lavagna), il nobile lombardo Vincenzo Calcagno e Giambattista Verrina (l’unico non nobile fra i congiurati di rilievo).

Il 2 gennaio Gian Luigi introdusse in città la sua milizia acquartierandola in parte in una delle galee pontificie ancorate in Darsena, in parte nel suo palazzo di Via Lata. Fece entrare la soldataglia alla spicciolata da una delle porte della città travestita, per non dare nell’occhio, in abiti campagnoli. Sapendo del ricevimento in programma quella sera presso il lussuoso palazzo di Via Lata, per cui sarebbero necessitate abbondanti libagioni e numeroso personale, nessuno si sarebbe insospettito.

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“Ritratto del Conte Gianluigi Fieschi”.

Il Conte, dal canto suo, non mentiva perché la cena ci fu davvero, un convivio al quale aveva invitato molti nobili e aspiranti tali con l’intento di aggregarli alla rivolta. Il consenso fu unanime a parte due dei partecipanti che vennero imprigionati per non rischiare che diffondessero la notizia.

Notizia che, “come dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”, in verità da giorni si era sparsa nelle corti europee fino a giungere, avvertito dal Gonzaga governatore di Milano, all’orecchio di un preoccupato Carlo V.

L’imperatore aveva, tramite il suo ambasciatore Figueroa, subito avvertito il Principe ma questi, di solito attento e pronto a soffocare ogni dissenso, per paura di eccessive intromissioni spagnole, aveva minimizzato il pericolo. Andrea non credeva infatti che Gianluigi, figlio di Sinibaldo suo antico amico ed alleato, potesse ordire tale tradimento.

Dal canto suo il Fieschi nel pomeriggio aveva diabolicamente recitato la sua parte, facendo visita ai Doria nella loro dimora di Fassolo dove, alla presenza di un rasserenato Figueroa, aveva addirittura giocato con i figli di Giannettino….

continua…

 

5 pensieri riguardo “La Congiura dei Fieschi… prima parte…”

  1. Sembra la trama di un romanzo ,ma prima di dare dei giudizi o di fare delle considerazioni aspettiamo il seguito.

  2. Io penso che se avessero vinto i Fieschi la Repubblica ne avrebbe giovato , visto quanto erano più radicati nel territorio i Fieschi al confronto dei Doria.

  3. Ringrazio. Sono affascinato.
    Le storie del medioevo mi hanno sempre interessato. Sono di Genova e ho vissuto 7 anni a Stia in Casentino dove è avvenuta la battaglia di Campaldino vicino a Poppi tra Firenze contro Arezzo.
    Ora venire a conoscenza della storia della mia città mi affascina. Grazie

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