Il 25 aprile del piccolo Lorenzo

Raccontare il significato del 25 aprile, senza cadere nella retorica, a generazioni che ormai vivono il giorno della Liberazione come una pagina di storia sbiadita nel tempo, è impresa ardua.

Allora ho pensato di farlo attraverso le parole di un testimone di quei giorni che ne racconta le emozioni con gli occhi ingenui del bambino.

“Non ho mai dimenticato la sera del mio primo XXV aprile (o forse era il 26 ??) ricordo come fosse ora … ero in casa con mia madre e mio padre convalescente in seguito alle amputazioni dei piedi per cancrena durante la ritirata dal Don… quando improvvisamente iniziarono scoppi tremendi dal lato di Genova… la mia reazione fu pavloviana e scappai sotto al tavolo… uno dei soliti bombardamenti… – pensai – anche se non realizzavo completamente cosa fossero questi bombardamenti… ma i miei ne erano terrorizzati… poi vidi mia madre e mio padre pazzi di gioia abbracciarsi… mi recuperarono da sotto al tavolo e mi presero in braccio… inutile dire quanto fossi sorpreso, non avevo mai visto mia madre e mio padre ridere… ero smarrito e non capivo… mia madre dolcemente cercò di spiegarmi che erano “fuochi d’artificio”… parole nuove per me… e che scoppiavano perché la guerra era finita e con essa tutti i massacri e gli orrori… la mia unica reazione fu… i miei ci scherzarono per anni…”allora stasera posso dormire da solo ??? “.

Un abbraccio a tutti e un augurio che questo giorno sia festeggiato più col cuore che con la demagogia.

Lorenzo Van, testimone di quei giorni.

In copertina le formazioni partigiane sfilano il 26 aprile per Via XX Settembre.

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