Chiostro di S. Andrea…

Dietro la casa di Colombo, sotto le torri di Porta Soprana, si trova uno degli angoli più apprezzati dai turisti in città: si tratta del Chiostro di S. Andrea, protagonista di romantici scatti fotografici, nell’immaginario collettivo silente testimone della presenza del futuro esploratore.

Pochi sanno però che in precedenza si trovava nella zona occupata dall’attuale Piazza De Ferrari e che se non fosse stato per l’opposizione dell’architetto D’Andrade, sarebbe anch’esso andato distrutto come, qualche decennio dopo, sarebbe accaduto alla casa natale di Niccolò Paganini.

Nel 1905 in occasione dei lavori di ampliamento dell’attuale Via XX Settembre, venne quindi smontato e, in attesa di trovargli nuova locazione, ricoverato in S. Agostino e lì dimenticato fino al 1923  quando, con perizia e passione venne rimontato dallo studioso Angelo De Marchi.

Dell’originario chiostro romanico facente parte del monastero benedettino di S. Andrea resta solo la parte interna, il resto è andato perso nei secoli.

Nel 1810 il Chiostro, venne sbarrato da pesanti grate di ferro per impedirne, visto che nel frattempo il complesso era stato convertito in carcere, l’accesso ai detenuti.

img_20151226_152616-1
“Dettaglio di un capitello con angeli e fregi floreali”.

 

La struttura è a colonne binate con 32 coppie di capitelli e sei colonne per angolo. I capitelli sui lati sud ed ovest sono originali dell’epoca romanica mentre quelli a nord e ad est risalgono al tardo ‘200.

Numerose e singolari sono le sculture che lo adornano, si notano in particolare; un cavaliere accompagnato da una dama con mantello; un pastore, un cane e tre caproni all’interno di una scena bucolica; un contadino che ara il campo con i buoi; un carro trainato da un cavallo e muli che trasportano pesi; un’adorazione dei Magi; Adamo ed Eva; Daniele nella fossa dei leoni; due centauri; diverse figure di angeli; una donna che tiene per le corna un ariete; un mostro che ingoia una colonna, due aquile ad ali spiegate ed un cervo.

Lo stile richiama molto da vicino quello dei maestri antelami che operarono sulle porte della città, di S. Fede in particolare, e in Cattedrale.

Molto significativi e suggestivi ad esempio, perché simili a quello scolpito all’ingresso del portale destro della cattedrale sono, entrando da destra, due cagnolini incisi sulla base delle colonnine ad angolo. Tre cagnolini dormienti concepiti, a guisa di sigla, dai maestri dello scalpello.

img_20151226_152547
“Uno dei due cagnolini dormienti”.

 

2 pensieri riguardo “Chiostro di S. Andrea…”

  1. Sono passata tante volte vicino al chiostro di Sant’Andrea perché è veramente affascinante,ma non avevo mai notato tutti i particolari che ci hai illustrato.

Rispondi a Marta Robert Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.