… Quando la guidovia…

si arrampicava, tra il 1929 e il 1967, lungo i sentieri del monte Figogna percorrendo circa 10 km prima di giungere al Santuario della Guardia… quando San Quirico era la stazione di arrivo e di partenza, snodo di escursioni e pellegrinaggi domenicali dei genovesi.

… Quando in Via Casaregis…

Quando, da pochi decenni, il quartiere della Foce era stato inglobato (1873) nella città di Genova… quando i platani che ora ombreggiano Via Casaregis erano poco più che arbusti… anzi pali di legno fra i quali si sarà certamente proteso in volo il futuro portiere del Genoa e della Nazionale italiana: il leggendario Giovanni De Prà, il ragno rossoblù che, in quella via diede i primi calci, pardon… afferrò i primi palloni, a difesa, come il paziente e svelto insetto, della sua rete.

 

… Quando Ricina…

Quando Recco, la Ricina di romana memoria, non aveva, in quanto a bellezza, nulla da invidiare alla vicina Camogli… quando si poteva mangiare il pesce appena pescato dai gozzi, sopra una rudimentale palafitta sul mare… quando l’antico borgo marinaro non era ancora stato devastato dai bombardamenti alleati avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Tra il 10 novembre 1943 e il 28 giugno del ’44 Recco, infatti, venne praticamente rasa al suolo da 27 incursioni aeree volte, in particolare, a distruggere il ponte della ferrovia, passaggio strategico per i rifornimenti alle forze nemiche della Wehrmacht.

… Quando si andava al Campo…

Quando per andare allo stadio si usava dire “vado al Campo” (il “Tempio” lasciamolo per le funzioni religiose)… operai ed impiegati ci andavano a piedi o in tram, i signori in auto stile gangsters di Chicago… quando in piena epoca fascista non si poteva dire Genoa 1893, bensì Genova 1893… quando i cugini non esistevano ancora se non sotto forma di continue fusioni e trasformazioni… quando non v’erano dubbi su quale fosse l’unica vera squadra cittadina.

… Quando rombavano i motori…

Quando, costruita fra il 1909 e il 1915 su progetto dell’ingegnere Dario Carbone, Corso Italia non era ancora meta delle passeggiate domenicali … quando i padri di famiglia non avevano ancora sottobraccio la moglie e dovevano, con la mano libera, ninnare le carrozzelle dei pargoli… quando, nei primi decenni del Novecento davanti al Lido, sfrecciavano bolidi degni delle formula uno e si correvano gran premi da far invidia a Montecarlo… quando il rombo dei motori sovrastava quello delle cronache della radio.

… Quando in Piazza Rossetti…

Quando l’architetto Daneri, dove un tempo sorgeva il cimitero musulmano e il Lazzaretto prima, i cantieri navali Odero poi, concepì il suo prototipo di piazza moderna (1933), Piazza Rossetti.

Nel primo venivano sepolti i turchi, nel secondo internati in quarantena gli equipaggi dei vascelli a rischio contagio di peste (vi fu ospite anche Jean-Jacques Rousseau), dall’ultimo si forgiavano lamiera su lamiera le imbarcazioni più prestigiose della penisola…  Quando, inaugurato nel 1947, al posto di tutto ciò, in Piazza Rossetti c’era un campo di calcio, intitolato “Libertà”, in onore di quanto accaduto un paio d’anni prima.

… Quando Corso Buenos Aires…

Quando, per allinearla con la nascente Via XX settembre, sul finire dell’800 Corso Buenos Aires venne letteralmente abbassata di circa tre metri. In realtà, ad inizio dello stesso secolo si chiamava “Strada Reale”, poi “Via Minerva” ed era stata rialzata di circa cinque metri, per non coinvolgerla nelle piene del Bisagno.

… Quando onda del mare e borgo…

quando onda del mare e borgo si carezzavano vicendevolmente… quando bagnanti e pescatori coesistevano a pochi metri di distanza… quando scogli e spiaggia si arrembavano al muraglione sotto la chiesa di S. Pietro. Quando anche nel nostalgico bianco e nero dell’immagine i colori sembrano irrompere per dipingere ed eternare panorami della Foce cancellati per sempre.