Madonna e bomba di Vico Cartai

Al civ. n.17 r. di Vico Cartai si ammira la secentesca edicola di Madonna col Bambino. La statua esposta è una copia poiché l’originale è stata rubata, come del resto anche i due cherubini alati che erano posti ai lati, insieme alla testa d’angelo sul monogramma di Maria. Alla base del tempio è incisa l’epigrafe che recita:

“Elucidant Me Vitam Eternam Habebunt Sap.za”.” Traduz: Riverserò ancora l’insegnamento come una profezia, lo lascerò per le generazioni future”.

Curiosa, a fianco dell’edicola, è la palla di cannone murata nell’edificio con un’efficace sbarra di ferro. Si tratta di una triste e concreta testimonianza del bombardamento avvenuto nell’aprile 1849 per volere del re sabaudo Vittorio Emanuele II e diligentemente eseguito dal generale La Marmora in occasione della nefasta aggressione passata alla storia come il “Sacco di Genova”.

 

Sant’Antonio in Vico delle Erbe angolo Vico Notari

In Vico delle Erbe, all’angolo con Vico Notari, è possibile ammirare la settecentesca edicola dedicata a Sant’Antonio realizzata in stucco con statue di marmo. L’imponente edicola presenta il Santo inginocchiato in adorazione, rivolto verso l’alto dove, alla sua destra, da una nuvola con teste di cherubini, come da copione, spunta il Bambinello. Il tabernacolo è sovrastato da una grande raggiera dorata con il trigramma di Cristo e un  cuore trafitto contornato, anch’esso, da teste di cherubini.

Edicola della Madonna Assunta

In Via Bensa al civ. n. 2 sul prospetto del Palazzo di Giacomo Lomellino si può ammirare a settecentesca Madonna dell’Assunta. La pregevole edicola è attribuita al celebre scultore Bernardo Schiaffino. Fino al 1820 a sua collocazione originaria, prima di essere qui trasferita, era in Via Lomellini. All’interno del tabernacolo, protetta da un vetro, è custodita la statua della Vergine. Di particolare rilievo sono i due angeli alati a colonna.

Alla base campeggia l’epigrafe “Mariae Patronae Coelesti MDCCCXX. La nome della via è legata al nome di un noto giurista genovese ottocentesco e non si conosce quale fosse il nome della strada in precedenza.

Madonna Immacolata in Campetto

All’angolo con Campetto s’incontra un’immagine della Madonna dell’Immacolata Concezione del XVII sec., una delle edicole più note e meglio conservate del centro storico: la Vergine è rappresentata in posa estatica fra ondulati drappeggi  con trionfo di angeli in cornice. Sul cartiglio alla base il celebre  motto: “Imperet et Impetret” (che la Vergine imperi e interceda).

Portale di Piazza della Lepre 9

Il Portale di Piazza della Lepre n. 9 del Palazzo Grimaldi già Di Negro del XVI sec. risulta molto simile a quello di epoca successiva, altrettanto straordinario, di Palazzo Garibaldi.

Sovrapporta scolpito in pietra nera ad arco tondo con medaglioni imperiali fra nastri svolazzanti. La trabeazione è decorata con due angeli alati che recano uno stemma abraso con testa di cavallo. I sovracapitelli sono intarsiati con pissidi con uccelli esotici, forse cicogne.

Proprio sotto il n. 9 si nota, particolare curioso, il n.400 retaggio ormai sbiadito dell’antica numerazione della ripartizione in sestieri.

All’interno del palazzo, lungo le rampe di scale, si trovano brani di azulejos tra i meglio conservati della città.

Edicola di Ponte Reale

All’angolo fra Via al Ponte Reale Vico Denegri si staglia la settecentesca edicola barocca intitolata alla Madonna Immacolata e a San Zaccaria.

La sfarzosa e monumentale edicola commissionata dalla corporazione dei facchini del grano e raffigura la Madonna a braccia conserte attorniata da cherubini e dal santo inginocchiato in atto di venerazione.

Sulla base l’epigrafe recita: “Dei Parae Immaculatae Sanctissimi Praecursoris Patri Rei Frumentariae Baiuolorum Pietas 1752”.

L’origine del toponimo rimanda al Ponte che attraversava, nei pressi di palazzo San Giorgio, il torrente “riale” di Soziglia che fungeva da raccoglitore delle acque del rio Bachernia e delle Fontane Marose. Così rio, “ria” in lingua genovese, per storpiatura nel tempo si è trasformato in “reale” fomentando l’equivoco con il ponte chiamato alla stesso modo che collegava, il Palazzo Reale con l’imbarcadero direttamente in porto.

Edicola sul Palazzo del Millo

Sul lato mare dell’edificio del Millo si trova la settecentesca Madonna della Città col Bambino, San Giovanni Battista e S. Erasmo venerata dai facchini di Ponte Reale.

Il rilievo marmoreo è protetto da una semplice teca in legno provvista di vetro. La Madonna Regina è seduta al centro con in braccio sulla parte sinistra Gesù, sulla destra in mano lo scettro simbolo del potere cittadino. Ai lati i due santi con i rispettivi bastoni pastorali. Tutta la composizione poggia su un cumulo di nubi mentre la parte alta è contornata da cherubini e putti che spuntano fra le nuvole. Il tabernacolo è appoggiato su una preziosa mensa con intarsi policromi.

Edicola Vico Salvaghi

All’angolo fra Vico Salvaghi e Vico Gattagà si può ammirare la settecentesca edicola della Madonna col Bambino. I due caruggi devono il nome a due antiche famiglie di epoca medievale: gli Streggiaporco la prima, fondatori di San Marco al Molo, che si mutarono il cognome in “Serveghi”e Gattagà, appunto la seconda, dalla schiatta originaria di Voltri.

La Vergine e il Pargolo sono incoronati e sporgono dal basamento in ardesia sorretto da un cartiglio a forma di cuore la cui scritta è andata perduta.

Il panneggio degli stucchi occupa l’angolo dell’edificio degradando ai lati con due angeli alati e teste di cherubini.

In copertina: Edicola tra Vico Salvaghi e Vico Gattagà. Foto di Stefano Eloggi.